Cosa vedere a Napoli a San Gregorio Armeno oltre ai presepi: Scoprire Napoli

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Via San Gregorio Armeno a Napoli non è solo la patria dell’arte presepiale ma è anche una strada ricca di storia, capolavori e misteri

 

 

 

Via San Gregorio Armeno è una strada del centro storico di Napoli, patrimonio Unesco, che è famosa in tutto il mondo per le botteghe artigianali di presepi e di pastori. Centinaia di migliaia di persone vengono ogni anno a Napoli nel periodo natalizio per visitare questa celebre strada dove si respira un’atmosfera natalizia unica al mondo.

Ma San Gregorio Armeno è anche una delle antiche strade di Napoli dove si sviluppò la città greca e poi quella romana. La zona è quella dell’antico Foro Romano ed è ricca di monumenti da visitare assolutamente.

Nel sottosuolo di via San Gregorio Armeno e della chiesa di San Lorenzo Maggiore, c’è una vera e propria città sepolta e, l’antica strada, era una grande strada cardine di Napoli, cioè di collegamento tra il decumano maggiore, l’odierna via Tribunali,  e quello inferiore, l’odierna Spaccanapoli, le antiche strade cittadine di origine greca.

San Gregorio Armeno a Natale

San Gregorio Armeno fotografata da Gioleskine, Instagram

Le due principali strade dell’antica Neapolis, la Napoli attuale, erano congiunte perpendicolarmente proprio da questa strada, all’altezza della Basilica di San Lorenzo Maggiore, dove sorgeva l’agorà e, a pochi passi, si trovava anche l’antico teatro Romano di Napoli dove recitò l’imperatore Nerone.

La grande storia di Napoli è passata in questa strada e, assieme alle bellissime e suggestive botteghe dei pastori, vi suggeriamo di visitare gli spettacolari monumenti che si affacciano su via San Gregorio Armeno. Vediamo quali sono.

La chiesa di San Lorenzo Maggiore

Venendo dal Decumano maggiore, cioè da via dei Tribunali, quando si arriva a piazza San Gaetano c’è l’inizio di via San Gregorio Armeno. Iniziando a percorrerla in discesa a sinistra troviamo subito il complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore, che è un incredibile esempio di stratificazione di architetture di epoche diverse da quella greca alla romana e a quella medievale. In origine, nell’area del foro, il cuore dell’antica città greco-romana, fu costruita nel VI secolo una chiesa paleocristiana che fu poi abbattuta nel XII secolo per far posto all’attuale e bellissima chiesa di San Lorenzo Maggiore voluta da Carlo I d’Angiò.

Una chiesa gotica con una navata unica e croce latina, curata dai Francescani con architetti francesi, poi sostituiti da maestranze locali. Trasformata tra il 600 e 700 in stile barocco la bellissima chiesa fu “riportata”,  a fine 800, al suo bellissimo stile originario conservando la facciata settecentesca del Sanfelice. La chiesa ospitò Petrarca e il Boccaccio incontrò i la sua Fiammetta.

La città greco-romana sotto San Lorenzo

Il bellissimo complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore  nasconde nei suoi sotterranei del chiostro una vera e propria città sepolta riportata alla luce nei primi anni 70 del 900. Due strade romane, un cardine e un criptoportico, con le botteghe artigiane tutte perfettamente conservata e poi anche una vasca di età greca che ci fa comprendere come questo mercato romano sia stato realizzato sopra il più antico mercato greco.

Un vero cardine romano conservato benissimo, lungo circa sessanta metri e largo tre, una strada su cui c’erano tante botteghe come un forno, una o più osterie, una lavanderia ed altre e poi l’Aerarium, dove erano conservate i soldi della città che venivano raccolti dalle tasse. Tante botteghe con banchi di pietra dove si poggiava la merce in vendita. Poi alla fine del V secolo d.C., l’area fu abbandonata a seguito di un’alluvione che la ricoprì di fango e poi vi fu costruita sopra la basilica paleocristiana.

Il Palazzo del Banco di Santa Maria del Popolo

Ritornando sulla strada, sempre all’inizio di via San Gregorio Armeno ma stavolta sulla destra, si vede un vecchio e diroccato edificio settecentesco che era la sede del cosi detto del Banco del Popolo, di proprietà del famoso Ospedale degli Incurabili. Il Banco di Santa Maria del Popolo istituito nel 1589 e poi trasferito a piazza di San Lorenzo nel 1597 nel palazzo costruito dall’architetto Giovan Battista Cavagni, era uno degli otto banchi pubblici che vennero fondati tra il 1500 ed il 1600 e che avevano, tra i loro scopi, anche quello di sollevare dall’usura i cittadini più poveri.

Queste otto istituzioni dopo circa due secoli di attività autonoma furono fuse in un’unica struttura che venne chiamata Banco Nazionale di Napoli, grazie a un decreto di Ferdinando IV di Borbone del 1794 che li unificò nel giro di pochi anni. Oggi purtroppo questo storico palazzo è in gran parte abbandonato e coperto da tubi Innocenti mentre un’altra parte è adibita ad abitazioni private.

Il Complesso Monumentale di San Gregorio Armeno

Scendendo verso il decumano inferiore, la famosa Spaccanapoli, che in quel tratto si chiama via San Biagio dei Librai, troviamo sulla destra il bellissimo Chiostro di San Gregorio Armeno che si trova tra Via San Gregorio Armeno e Vico Giuseppe Maffei. Il chiostro insieme al vicino complesso monastico è uno degli edifici religiosi più antichi, grandi e importanti di Napoli. Il complesso sembra che nacque nel 1009, in epoca normanna, occupando un’intera insula del centro antico a seguito della fusione di quattro oratori circostanti quello di San Sebastiano, San Salvatore, San Gregorio e quello di San Pantaleone.

L’attuale complesso nacque a partire dal 1572 da un profondo rifacimento ad opera di grandi architetti dell’epoca e fu realizzata anche la nuova chiesa, più in basso dell’ingresso del monastero, il bellissimo campanile che assieme al ponte passa ancor oggi su via San Gregorio Armeno unendo il complesso e il portale d’ingresso esterno con il grande scalone aperto. E, proprio salendo l’ampio e aperto scalone, si arriva nel bellissimo e grande chiostro. All’interno si trovano una fontana barocca, varie statue raffiguranti del Bottiglieri,  le cisterna, il pozzo e le celle delle monache, che sono al primo piano con delle terrazze. Dal chiostro si può arrivare nella parte superiore della chiesa di Santa Patrizia, al corridoio delle monache che porta al coro grande e a quello d’inverno, che sono al secondo piano della chiesa. Tutti i locali sono visitabili con un piccolo contributo di 3/4 euro tranne il refettorio refettorio con quadri di Francesco Solimena e della sua bottega e altri della scuola di Belisario Corenzio.

L’ex Asilo Filangieri

L’ex Asilo Ugo Filangieri è su via Maffei ed è un palazzo storico di Napoli già ex sede del Forum delle Culture: dal 2012 è uno spazio pubblico autogovernato dedicato alla produzione e alla fruizione artistica. Nella ristrutturazione del 1572 un complesso dedicato allo studio di arti e mestieri fu annesso al convento di San Gregorio Armeno ma nel 1900, nel primo dopoguerra, il palazzo fu acquistato da una nobile che ne destinò l’utilizzo a convitto per giovani orfani.

Dal secondo dopoguerra l’Asilo ha ospitato anche ragazzi di famiglie meno abbienti ma dopo il terremoto del 1980, l’asilo fu abbandonato. Oggi l’ex Asilo Filangieri è gestito da una comunità che svolge attività culturali e sociali senza scopo di lucro.

La Chiesa di San Gregorio Armeno o Chiesa di Santa Patrizia

Ritornando su via San Gregorio Armeno e continuando a scendere si incontra, sulla destra, tra le botteghe dei pastori la bella chiesa di San Gregorio Armeno, detta anche di Santa Patrizia. Sembra che la chiesa fu costruita su una basilica fatta erigere da Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino. L’attuale chiesa fu costruita tra il 1574 e il 1580 e ampliata nei secoli successivi. Il portale principale ha tre battenti dove sono intagliati in rilievo San Lorenzo, Santo Stefano e gli Evangelisti.

All’interno di questa straordinaria chiesa ci sono tante e eccezionali opere di Luca Giordano come la Gloria di San Gregorio Armeno, le Otto Sante dell’Ordine Benedettino negli affreschi della cupola e la vita di San Gregorio Armeno tra quelli della navata e tante altre. Quando nella Napoli degli inizi dell’ottocento fu nominato Re Gioacchino Murat, il monastero e la Chiesa furono tra i pochissimi a non essere soppressi e nella chiesa furono trasportate le reliquie di santi che erano custodite in vari conventi soppressi. Ancor oggi nella chiesa ci sono tante reliquie di santi come quelle di san Giovanni Battista e nella quinta cappella di destra c’è il reliquiario in oro e argento contenente le spoglie di santa Patrizia. Nella chiesa da quel momento avviene il rito dello scioglimento del sangue della santa, come succede per quello San Gennaro nel Duomo.

Chiesa di San Gennaro all’Olmo

Continuando a scendere lungo via San Gregorio Armeno, quasi alla fine e prima di arrivare su Spaccanapoli, che in quel tratto si chiama via San Biagio dei Librai, sulla sinistra troviamo la piccola Chiesa di San Gennaro. Una leggenda metropolitana vuole che sia una delle sei chiese greche fondate dall’imperatore Costantino. Altre fonti raccontano che fu voluta da Sant’Aniello intorno al 680, per ricordare San Gennaro che aveva fermato la lava del Vesuvio e l’incendio che si avvicinava alla città.

Dal VIII secolo la chiesa offri rifugio alle suore armene che venivano da Costantinopoli, portando le reliquie di San Gregorio e il cranio di San Biagio Maggiore. Restaurata nel 1583 e poi nel 1615, in stile barocco, la chiesa perse l’aspetto originario e subì altri rimaneggiamenti. Rimasta chiusa per molti anni anche per i danni del terremoto del 1980 è stata da qualche anno ristrutturata dalla Fondazione Giambattista Vico e riaperta nel 2010. Nei sotterranei è stata ritrovata un’altra piccola chiesa con la cripta con strutture paleocristiane e l’ossario dei santi Biagio e Gregorio.

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