Il palazzo più antico di Napoli è Palazzo d’Angiò, il palazzo dell’Imperatore di Costantinopoli | Scoprire Napoli

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Un grande e antico palazzo del 1300 sul decumano maggiore di Napoli dove sono passati re, principi, nobili ma anche le migliori intelligenze partenopee come il Pontano, Sannazaro, Cuoco, Croce, Arangio Ruiz, e tanti altri fino al grande matematico Renato Caccioppoli

 

 

Nell’odierna via dei Tribunali, l’antico decumano maggiore del centro storico di Napoli, che segue ancor oggi l’antico asse viario greco, un poco prima di arrivare alla centralissima piazza San Gaetano, al civico 339, esiste quello che è il Palazzo più antico di Napoli Palazzo d’Angiò.

Lo storico palazzo conserva ancora quattro grandi portici in piperno e il grande portone centrale, un capolavoro gotico, sovrastato, dallo stemma con i gigli degli Angioini.

Il palazzo fu costruito, unendo palazzi preesistenti, da Filippo d’Angiò, principe di Taranto e imperatore di Costantinopoli titolo che ebbe dal secondo matrimonio nel 1313 con Caterina II di Valois, figlia di Baldovino II imperatore di Costantinopoli.

Filippo fece unire alcuni palazzi esistenti con la creazione di una serie di portici gotici, quattro dei quali ancora sono su via dei Tribunali.  Poi, negli anni, il grande palazzo fu acquisito dalla famiglia dei Cicinelli, Principi di Tursi, che lo restaurarono e ingrandirono con altri piani con finestre e balconi in stile barocco rafforzando anche i grandi portici gotici con arcate a tutto sesto.

Oggi percorrendo via dei Tribunali si notano subito i maestosi portici pieni di vivaci attività commerciali e dove si è svolta la gande storia della città e del Mediterraneo. Guardando con attenzione il grande palazzo si individuano anche alcuni gigli angioini, e poi un affresco del Trecento raffigurante la Vergine Maria e, nel cortile, un bassorilievo marmoreo con lo stemma gigliato degli Angioini unito ad un anatra.

I grandi portici furono anche sede dell’Accademia Pontaniana

I grandi portici di Palazzo d’Angiò hanno anche ospitato per un periodo la prestigiosa Accademia Pontaniana, la più antica tra quelle italiane, nata attorno al 1443 quando insigni studiosi napoletani si riunivano tra loro per comunicarsi e scambiarsi verbalmente, i risultati delle loro riflessioni e studi.

Gli incontri erano animati da Antonio Beccadelli, detto il Panormita, molto legato ad Alfonso il Magnanimo, V Re d’Aragona e I di Napoli. Alla morte del Beccadelli divenne presidente dell’Accademia Giovanni Pontano e l’Accademia prese poi il nome di Pontaniana. Del prestigioso consesso fecero parte nei secoli anche Jacopo Sannazaro, Vincenzo Cuoco, Benedetto Croce,  Vincenzo Arangio Ruiz, Gaetano Quagliariello, Adolfo Omodeo, Renato Caccioppoli e tanti altri illustri napoletani.

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