Un luogo straordinario con un panorama bellissimo sul golfo di Napoli la cui costruzione iniziò nel 1325 e fu opera di Tino di Camaino
La certosa di San Martino è uno dei tanti splendidi luoghi d’arte esistenti a Napoli.
E’ sulla collina del Vomero e si vede da tutto il centro a Napoli. E’ un vero riferimento per chi viene dal mare e dai bastioni del confinante Castel Sant’Elmo si vede il più bel panorama di Napoli.
Ne parliamo prendendo spunto dall’articolo del critico d’arte del New York Times, Michael Kimmelman, che nella sua rubrica, «Postcards» sul quotidiano on line, ha dedicato una bella pagina alla Certosa di San Martino definendola “luogo memorabile”.
Il complesso della certosa di San Martino
L’inizio della costruzione della Certosa di San Martino risale al 1325 e fu opera di Tino di Camaino, già famoso per la costruzione del Duomo di Pisa, ma solo nel 1368 la Certosa venne consacrata e dedicata a San Martino, a San Bruno, alla Vergine e a tutti i Santi. Era una cittadella monastica e rispecchiava il modello tipico delle fondazioni certosine ed i suoi lavori andarono avanti per anni.
L’intero complesso fu sottoposto ad una nuova configurazione architettonica barocca a metà del 1600 ad opera dell’architetto Cosimo Fanzago ma, per tutto il Seicento, nel cantiere lavorarono i maggiori artisti del tempo, tra cui Jusepe de Ribera, Battistello Caracciolo e Giovanni Lanfranco.
I grandi artisti napoletani
Durante il 1700 venne a delineandosi la struttura attuale con la realizzazione della cappella della Maddalena e del bellissimo Refettorio con il Chiostrino. In questo periodo lavorarono a San Martino altri grandi artisti quali Luca Giordano, Francesco Solimena, Paolo De Matteis e Francesco De Mura che riempirono i locali di stupendi affreschi e magnifici dipinti.
A loro si aggiunsero Domenico Antonio Vaccaro e Giuseppe Sanmartino per la parte scultorea. Ricordiamo che il Sanmartino è autore dello splendido “cristo velato” realizzato per conto del Principe di Sangro e “opera superba” della Cappella SanSevero.
Purtroppo con l’occupazione francese del 1799 inizia il declino con la soppressione della Certosa e la dispersione di parte del suo patrimonio. Solo nel 1866 fu dichiarata ‘Monumento Nazionale’ e, a cura di Giuseppe Fiorelli, fu formato un museo per le ‘patrie memorie’.
Il Quarto del Priore
Magnifici i vari ambienti che compongono il complesso di San Martino. Eccezionale il “Quarto del Priore”, cioè l’appartamento del priore della comunità certosina con panorama mozzafiato, sale di rappresentanza e stanze che componevano la ‘Quadreria’ del monastero, dove erano esposti i numerosi dipinti di pregio, confiscati dai francesi nel 1806 e dispersi negli anni successivi. Pochi, ma di enorme pregio, quelli rimasti tra cui le tavole di Jean Bourdichon con la Madonna e il Bambino, Crocifissione e Santi.
La Certosa: un capolavoro
Splendida la chiesa che da sola è un vero e proprio ‘museo’ della pittura e della scultura napoletana dal Seicento al Settecento. Le cappelle sono rivestite da preziose opere marmoree di Cosimo Fanzago, nella cappella di San Bruno, e di Giuseppe Sanmartino come la Fortezza, la Carità e i quattro gruppi di cherubini nella cappella di San Martino.
Nel coro ci sono alle pareti grandi tele dei più famosi artisti del XVII secolo quali, Massimo Stanzione, Jusepe de Ribera, Battistello Caracciolo, Guido Reni. Eccezionale la sagrestia monumentale con gli armadi in noce realizzati da artisti fiamminghi e napoletani e la Cappella del Tesoro con veri autentici capolavori quali la Pietà di Ribera sull’altare, e, nella volta, il Trionfo di Giuditta di Luca Giordano.
Splendidi altresì i vari cortili, giardini e chiostri di cui la cittadella monastica è piena. Da vedere anche il complesso del Refettorio e del Chiostrino.
Recentemente sono stati riaperti al pubblico i sotterranei gotici esistenti sotto la Certosa di San Martino. Un area enorme silenziosa e severa, possente ed elegante allo stesso tempo che sostiene, con i suoi enormi pilastri a volte ogivali, tutta la struttura della bellissima Certosa sovrastante.
- Foto 1: (CC): sebwautelet
- Foto 2: (CC): Armando Mancini
- Foto 3: (CC): Armando Mancini
- Foto 4: (CC): LaurPhil
- Foto 5: (CC): sebwautelet