Il mistero della quarta opera di Caravaggio a Napoli | Scoprire Napoli

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A Napoli ci sono tre grandi e splendide opere del Caravaggio tra cui l’ultima dipinta dal grande pittore prima di morire il “Martirio di Sant’Orsola”: ma è molto probabile che il Merisi ne dipinse un’altra di cui però non c’è traccia

 

 

E’ noto che a Napoli ci sono tre straordinari dipinti di Caravaggio ma esiste forse in città una quarta opera di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio o quanto meno realizzata a Napoli dal grande pittore.

Un’opera di cui ci sono tracce sicure e che è stata dettagliatamente descritta in un pagamento, ritrovato nell’archivio Storico del Banco di Napoli il più grande archivio di natura bancaria esistente sul pianeta.

Parliamo della cosiddetta “Pala Radolovich”, un quadro commissionato nel 1606 dal mercante croato Niccolò Radolovich, al Caravaggio che aveva appena realizzato, per la grande cifra di 400 ducati, la magnifica tela delle Sette Opere di Misericordia. Caravaggio grazie a questa opera è diventato un artista di fama per la nobiltà e il clero napoletano e il mercante croato gli commissiona questo grande quadro.

Di quest’ordine c’è una traccia scritta e precisa in una causale di pagamento rintracciata circa trent’anni fa dall’allora direttore dell’Archivio Storico del Banco di Napoli, Eduardo Nappi, all’interno di un “giornale copiapolizze” del Banco di Sant’Eligio, uno degli otto banchi pubblici napoletani i cui documenti sono conservati all’Archivio storico del Banco.

Il Banco di Sant’Eligio si trovava all’epoca a Piazza Mercato e il ricco mercante croato, che aveva botteghe nella zona, commissionò a Michelangelo Merisi un quadro di grandi dimensioni il cui contenuto viene descritto nel documento ritrovato nell’archivio storico del Banco di Napoli che dice:

“Banco di S. Eligio 6 ottobre 1606. A Nicolò Radolovich ducati 200. E per lui a Michel Angelo Caravaggio dite per il prezzo di una cona de pittura che l’ha da fare et consignare per tutto dicembre prossimo venturo d’altezza palmi 13 e mezzo et larghezza di palmi 8 e mezzo con le figure cioè di sopra, l’Imagine della Madonna col Bambino in braccio cinta di cori d’Angeli et di sotto S. Domenico et S. Francesco nel mezzo abbracciati insieme dalla man dritta S. Nicolò et dalla man manca S. Vito.”

Duecento ducati era una somma considerevole all’epoca, la metà di quanto era costato “le Sette opere di Misericordia” che il Caravaggio aveva appena concluso per il Pio Monte e una somma che il Merisi incassò. Ma del quadro oggi non c’è traccia e non si sa che fine abbia fatto.

Chi sa se l’opera con la Madonna assieme a San Domenico e San Francesco sia mai stata consegnata al Radolovich o forse venduta intera o a pezzi o distrutta in qualche incendio o tumulto popolare.

L’unica cosa certa è che l’opera fu commissionata e pagata e i documenti che sono conservati e visibili a Napoli tra i tanti volumi dell’archivio storico del Banco di Napoli lo provano.

Maggiori informazioni sulla Pala Radolovich

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