Ritrovato a Napoli un nuovo tratto dell’acquedotto Augusteo del Serino

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Un nuovo grande tratto, di circa 220 metri, dell’acquedotto romano del Serino è stato ritrovato a Napoli a circa 20 metri al di sotto dell’attuale livello stradale. Una grande opera di ingegneria idraulica realizzata dai romani nel periodo Augusteo che presenta sette pozzi di aerazione, e che era già segnalata tra il VI e il XIX secolo tra la zona dei Ponti Rossi ed il rione Sanità. Il pezzo di acquedotto ritrovato in questo periodo era stato usato nella seconda guerra mondiale per arrivare a rifugi antiaerei e si riteneva erroneamente appartenente all’acquedotto del Carmignano realizzato a Napoli nel 1600.

Il nuovo sito si trova nella zona dei Miracoli alla Sanità sotto di un’abitazione in vico Tessitori e questa importante scoperta si deve all’associazione Celanapoli di Carlo Leggieri che dopo aver liberato dai detriti una scalinata che portava a un ex ricovero bellico ha ritrovato questo lungo canale di 220 metri ricoperto dal cocciopesto usato dai romani per le loro grandi opere di ingegneria idraulica. Il nuovo tratto dell’antico acquedotto Augusteo è lungo circa 220 metri ed ha 7 pozzi di aerazione che distano tra loro circa 36 metri come dalle regole dell’epoca. Utilizzato nell’ultima guerra come rifugio antiaereo se ne erano poi perse le tracce fino al 2008, quando era stato esplorato per la prima volta. Probabilmente a breve sarà restituito alla collettività attraverso visite guidate.

Un pezzo del grande acquedotto Augusteo del Serino che arrivava fino a Miseno

Il grande acquedotto Augusteo fu una straordinaria opera di ingegneria idraulica e fu costruito nel primo secolo per rifornire di acqua del Serino la grande flotta imperiale di stanza a Miseno ma anche le città, come Napoli, che attraversava lungo il suo percorso. Fu realizzato intorno al 10 avanti Cristo, in piena età augustea, e era lungo oltre 100 chilometri dal Serino in Irpinia fino alla enorme Piscina Mirabilis di Miseno nei Campi Flegrei.

Questo tratto ritrovato è particolarissimo ed è uno dei tratti in galleria più lunghi e meglio conservati ritrovati a Napoli. Infatti questo pezzo di acquedotto servì la città duemila anni fa, dissetandola e poi, probabilmente, questi stessi cunicoli furono usati nel 536 d. C. dai soldati bizantini del generale Belisario per riconquistare Napoli che in quel periodo era occupata dai Goti. Settanta anni fa questo acquedotto fu poi usato per proteggere gli abitanti dai terribili bombardamenti alleati.

foto Sergio Siano

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