Concludiamo il nostro viaggio nella Napoli sotterranea, scoperta grazie ai cantieri della linea 1.
Abbiamo già visto nel dettaglio la stazione Municipio, che ci ha svelato l’antico porto di Neapolis, la stazione Duomo che ci ha consentito di scoprire la presenza di un imponente e antico Gymnasium, il tempio dei giochi “olimpici” voluti da Augusto proprio a Napoli (le isolimpiadi) e la stazione Università dove è venuto alla luce un pezzo della Napoli bizantina con i resti di una fortificazione e addirittura quelli di una torre eretta durante il VII secolo.
Oggi concludiamo il nostro viaggio nei cantieri della metro di Napoli parlandovi degli scavi effettuati nelle altre stazioni e che hanno contribuito a regalarci sorprese insperate ed a scoprire le “stratificazioni” e la storia della nostra città.
Stazione Toledo
Dallo scavo della stazione della metro più bella d’Europa sono emersi molti reperti archeologici di varie epoche, da quella preistorica a quella romana, sino a raggiungere quella bizantino-aragonese segno della centralità della zona di via Toledo nella storia di Napoli. La parte più cospicua riportata alla luce riguarda un pezzo delle fortificazioni aragonesi risalenti alla fine XV secolo comprensive di un bastione. Ma, interessanti, sono anche delle mura di scantinati di alcuni edifici risalenti al XVI secolo e costruiti a seguito degli interventi edilizi fatti effettuare da Don Pedro de Toledo per la costruzione di via Toledo. In questi scantinati sono state inglobate strutture di epoca romana probabilmente appartenenti ad un edificio termale del II secolo d.C. Interessanti sono anche delle tracce, rinvenute in via Diaz, di arature associate a frammenti di ceramica del Neolitico.
Stazione Salvator Rosa
Con la bella stazione di Salvator Rosa si inizia a salire sulle le colline, verso la parte di Napoli urbanizzata più di recente. Lo scavo della stazione consente di portare i viaggiatori fin quasi a 50 metri di profondità ma ciò che di interessante è stato rinvenuto è in superficie. C’era (ed ora è stato ben restaurato e reso visibile) un ponte romano nella zona superiore di via Conte della Cerra in un vallone, ora pieno di palazzi, che faceva parte della antica strada romana chiamata via Antiniana. Questa antica via in età romana era detta “Neapolis-Puteolim per colles” e partiva da Pozzuoli risalendo poi in una zona, (oggi detta della Loggetta e della Canzanella), che arrivava alle colline del Vomero e dell’Arenella discendendo poi fino al centro di Napoli a piazza Dante. Un percorso probabile se si pensa che nel borgo di Antignano esiste ancor oggi il vecchio palazzo della dogana, con tanto di targa. Nei secoli le rovine del ponte e furono inglobate nelle varie masserie che sorsero nella zona. Tornando sulla dogana di Antignano questa faceva parte dei passaggi storici della città, un tratto molto frequentato che permetteva di passare da Fuorigrotta al centro di Napoli attraverso la via (attuale) detta Conte della Cerra e via Salvator Rosa che arrivavano poi in Piazza Dante (largo del Mercatello). Questi punti doganali erano anche noti come “muro finanziere“, ricordando la cinta muraria fatta costruire nel 1827 da Ferdinando I, che abbracciava l’intera città per a scopi doganali. Ancor oggi c’è una targa visibile sul fabbricato doganale con gli archi sito in Largo Antignano, dove è scritto “qui si paga per gli regi censali”.
Stazione Dante
A piazza Dante sono stati ritrovati molti frammenti di ceramiche ceramici presumibilmente appartenenti ad un periodo Svevo e Angioino di fattura locale locale, ma anche importate da Puglia e Toscana segno che il largo Mercatello, antico nome del luogo era zona di commerci da tempo. Il nome diminutivo di “mercatello” era dato dalla popolazione per distinguere questo mercato da quello più grande, centrale (dell’epoca) ed antico di piazza del Mercato. Importanti invece le cinque tombe greche emerse vicino al Museo Nazionale con all’interno, perfettamente conservati, pregiati corredi di buona fattura.
Stazione Garibaldi
La zona della stazione Garibaldi ha risentito degli interventi effettuati a fine ottocento per le costruzione degli edifici e dei sottoservizi dell’intervento del “Risanamento” la grande operazione urbanistica post colera che cambiò il volto dei quartieri storici cittadini. In via Nolana, ben quattro metri sotto l’attuale piano stradale sono state rinvenute delle mura che hanno consentito di definire con precisione il perimetro orientale dell’antica Neapolis, come un area deputata ad attività sportive o di svago.
Come ultimo appuntamento in questo viaggio nella Napoli sotterranea, svelata dagli scavi della linea 1 della metro, vi parleremo della stazione neapolis al museo dove sono esposti buona parte dei i reperti ritrovati nel corso dei lavori con degli interessanti quadri espositivi che consentono di ricostruire la storia della città.
Foto: (CC) ludik
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