La chiesa di San Giovanni a Carbonara – Le Guide di Napoli da Vivere
È una tra le chiese più ricche di opere d’arte della città. Parliamo della chiesa di San Giovanni a Carbonara che si trova a Napoli nella omonima strada, a metà di via Foria. La bellissima chiesa fu realizzata grazie a un nobile, Gualtiero Galeota che tra gli anni 1339 e 1343 donò ai Padri Agostiniani il suolo fuori le mura urbane chiamato “ad carbonetum” consentendo loro la fondazione del monastero e della chiesa (Via Carbonara si chiama tutt’oggi così così perché nel medioevo era un luogo destinato a raccogliere i rifiuti fuori dalle mura cittadine). Con l’arrivo a Napoli del re Ladislao di Durazzo ebbe inizio un completo rifacimento della chiesa che assunse sostanzialmente l’aspetto attuale salvo alcune modifiche ed aggiunte dei secoli seguenti.
L’importante ingresso fa comprendere l’importanza della chiesa: vii si accede, infatti, attraverso una scala monumentale costruita nel ‘700 da Ferdinando Sanfelice che realizzò una scala a doppia rampa per risolvere il problema dei dislivelli fra la strada e i diversi ingressi degli edifici che formano la complessa struttura architettonica. L’intero complesso comprende, infatti, altri due edifici di culto, che sono la chiesa di Santa Monica e la chiesa della Consolazione a Carbonara; vicino c’è anche un’altra chiesa, quella della Pietatella a Carbonara. All’interno della monumentale chiesa di San Giovanni a Carbonara, realizzata a pianta rettangolare, spicca il mausoleo del re Ladislao, costruito fra il 1414 ed il 1428 e ricco di figure allegoriche.
Alle spalle del monumento c’è la Cappella Caracciolo del Sole, con il monumento di Sergianni Caracciolo, grande siniscalco e amante della regina Giovanna. Altre cappelle, quali quelle dei Miroballo, dei Somma e dei Caracciolo di Vico sono ricche di statue e importanti monumenti sepolcrali. Le pareti presentano affreschi della scuola di Giotto che rappresentano scene di vita monastica e la nascita della Vergine. Alla destra del presbiterio si trovano la Cappella Caracciolo di Vico, la sacrestia, l’altare della Madonna delle Grazie e il monumento funebre del Miroballo.
Della chiesa facevano parte anche sedici opere di Giorgio Vasari, realizzate per la Sacrestia della chiesa. I dipinti su tavola, furono commissionati nel 1545 dall’Ordine degli Agostiniani, e realizzati dal Vasari nel 1546, con la collaborazione di Cristofano Gherardi, uno dei suoi più bravi collaboratori. Erano 16 dipinti su tavola, che decoravano le ante degli armadi della sacrestia raffiguranti Storie del Vecchio Testamento ed Episodi della vita del Battista. Le bellissime opere sono state sottoposte ad un rigoroso restauro ed esposte anche a Capodimonte.
Nella piazza adiacente c’è il magnifico Palazzo Caracciolo di Santobuono un edificio monumentale molto importante e al centro di molte vicende cittadine, che attualmente ospita un grande albergo.