Il museo Madre chiude! Muore l’arte contemporanea a Napoli

Quando la notizia dell’imminente chiusura del museo Madre è arrivata a noi di Napoli di Vivere, il nostro capo redazione ha esclamato –Se la passa proprio male questo museo!-. E in effetti, come dargli torto? Da che il Museo d’arte contemporanea Donnaregina ha aperto le ante del suo portone d’ingresso nel giugno del 2005, non è stata che una crisi dopo l’altra. La chiusura, a quanto pare ufficiale e all’apparenza, disgraziatamente, pure definitiva, dovrebbe avvenire martedì 16 gennaio. Il punto è sempre quello: mancano i finanziamenti. Il Madre è integralmente tenuto in piedi da fondi pubblici, non un centesimo arriva da finanziamenti privati e se allo Stato mancano i soldi, l’arte in Italia muore, a cominciare da quella contemporanea, quella meno popolare.

La situazione inizia a preoccupare anche gli artisti che avevano affidato alle cure del museo le loro opere. Se fine ad ora si sono fidati, ora hanno paura. E di lasciare le loro “creature” nelle mani di un’istituzione che più che avere i giorni contati, è già morta, non se ne parla proprio! Il primo artista a riprendersi le sue istallazione è stato Jannis Kounellis e, dietro di lui, una lunga fila di maestri d’arte di sta organizzando per mettere al sicuro i frutti della loro creatività.

Ma non solo l’arte è in pericolo. Si aggirano intorno alla trentina i potenziali licenziamenti e tutti sono giovani.

E pensare che il museo aveva aperto sulla scia di progetti attivati in tutt’Europa, come il Centre Pompidou a Parigi, la sede della Tate Modern di Bankside a Londra e il MAXXI a Roma. Questi musei sorti in zone degradate delle varie città sono state in grado di farle rivivere e rifiorire. Con questo intento Il Madre nacque a via Settembrini, perché via Duomo, Forcella, via Settembrini, per l’appunto, dovevano risorgere. Ma non c’è stata rinascita, solo una morte: quella dell’arte contemporanea a Napoli.

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