Cavani fuori per tre turni. Insorge De Laurentiis

Deve avere un diavolo per capello, Aurelio De Laurentiis. Lo dimostra oggi alla presentazione del volume “Napoli, passione azzurra”, tenutasi al Teatrino di Corte di Palazzo Reale. Ne ha per tutti, e con la stessa enfasi: giustizia sportiva, calciatori, allenatore.

La questione più animata, probabilmente perché più inaspettata, è quella della squalifica affibbiata a Edinson Cavani, espulso per doppia ammonizione nel match di domenica contro il Lecce: 3 giornate di stop. La stessa sanzione che era stata comminata a Lavezzi per lo sputo a Rosi nella partita contro la Roma o a Ibrahimovic per il pugno rifilato a Marco Rossi del Bari. Insomma, una misura che pare eccessiva nonostante nelle motivazioni del giudice sportivo si faccia riferimento a “un ironico e irriguardoso apprezzamento” che il Matador avrebbe rivolto all’arbitro Valeri battendo sarcasticamente le mani al suo indirizzo dopo essere stato espulso.

De Laurentiis accoglie la notizia con un’imprecazione e annuncia: “Domani sarò in Lega”. Poi chiede – ottenendo risposta affermativa – se si tratti ancora del giudice Tosel, che già altre volte in passato ha incrociato le lame con la società azzurra. “Si vede che nelle alte sfere contiamo poco”, commenta.

Il presidente parla anche di Mazzarri, col quale rivendica di avere un contratto e dichiarando di non essere stato ancora informato delle sue intenzioni. I toni sono duri, e le prese di posizione nette: “Mazzarri sa perfettamente quali sono i programmi del club e lui ha sposato questo progetto. Poi, in itinere si può cambiare idea. Se lui ha cambiato idea, deve venire da me e me lo deve dire perché siamo uomini e non caporali”.

Infine una stoccata ai calciatori, fin troppo ben pagati, a cui lascia intendere che, invece dei premi, otterranno al massimo una cena e una settimana di vacanza a Capri. Caramelle, insomma.

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