Riaprirà a breve la Grotta di Cocceio che collegava Cuma con il lago d’Averno

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Erano più di 70 anni che era chiusa e abbandonata ed in questi giorni sono terminati i lavori di ripristino che ne consentiranno la riapertura. Parliamo della grotta di Cocceio, un vero capolavoro dell’ingegneria militare dell’antica Roma, una galleria sotterranea che fu scavata sotto il monte Grillo per collegare Cuma con la sponda occidentale del lago d’Averno.

Un opera realizzata intorno al 37 a.C. da Lucio Cocceio Aucto, ingegnere militare dell’antica Roma, su incarico dell’allora generale romano Marco Vespasanio Agrippa, ideatore di Portus Julius, la prima base navale della grande flotta romana, ottenuta riunendo i laghi di Averno e Lucrino. Poi negli anni Agrippa trasferì la base navale nel grande bacino di Miseno organizzando la potente flotta imperiale da guerra, la Classis Misenensis, che rimase in perfetta efficienza per molti secoli. Agrippa sposò poi la figlia di Augusto, ed ebbe da lui poteri molto alti costruendo strade e acquedotti nelle province e ricostruendo Roma e molti grandi edifici tra cui il Pantheon nel 27 a.C. .

La grotta di Cocceio, un capolavoro militare

La grotta di Cocceio è stata dunque una grotta militare importante per molti secoli e collegava le fortificazioni e i punti di avvistamento sul litorale domizio-flegreo di Cuma con il Portus Julius. Questo era il primo grande porto militare della zona e fu creato nei bacini del lago d’Averno e del lago Lucrino, che erano stati collegati tra loro con canali artificiali progettati dallo stesso Cocceio. La grotta fu scavata tutta nel tufo per quasi un chilometro, con sezione trapezoidale, ed era un rettilineo leggermente in salita verso Cuma, con un dislivello di circa 40 metri. L’entrata sul lago d’Averno presentava un piccolo tratto con volta a tutto sesto in opus reticulatum ed era piena di statue e colonne andate distrutte.

Era una galleria che ricavava luce ed aria da sei pozzi scavati nella collina e permetteva il passaggio di due carri affiancati. Assieme alla grotta fu costruito anche un acquedotto sotterraneo per l’approvvigionamento idrico del porto. Con la scomparsa delle installazioni militari romane nella zona, ed in assenza di manutenzione, la galleria fu abbandonata ma fu poi ripristinata nell’Ottocento dai sovrani borbonici. Durante la Seconda guerra mondiale fu utilizzata come deposito di esplosivi e, nel primo dopoguerra subì dei seri danni e fu chiusa a causa dello scoppio di esplosivi abbandonati. Il ripristino con lavori di restauro e consolidamento, è iniziato l’anno scorso grazie al Comune di Pozzuoli e al nuovo Parco Archeologico dei Campi Flegrei. In questi giorni è terminato il consolidamento ed il ripristino dell’opera ed a breve ci sarà un grande progetto per aprire la grotta collegando il lago d’Averno, il lago Lucrino e Cuma in uno splendido un percorso storico, culturale ed archeologico.

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