Gran Caffè Gambrinus: il bar più bello di Napoli secondo i nostri lettori

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Lo scorso sabato abbiamo chiesto su Facebook ai nostri lettori di indicarci qual è “il Bar più bello di Napoli”. Nel giro di qualche ora ci sono arrivati oltre 100 segnalazioni e tante di queste indicavano il caffè Gambrinus in Piazza Plebiscito (in realtà in via Chiaia 1 angolo Piazza Trieste e Trento). Indubbiamente è il più bello in città e tra i migliori locali storici italiani. Ma, a Napoli, conosciamo la sua storia?

La storia del Gran Caffè Gambrinus

Il Gambrinus è tra i più affascinanti ed eleganti caffè al mondo. Ha 150 anni ma se li porta benissimo: fu aperto dopo l’Unità di Italia, nel 1860, al piano terra del palazzo detto “della Foresteria”, un edificio del 1816 all’epoca annesso al Palazzo Reale e che oggi è sede della Prefettura. In origine fu chiamato “Gran Caffè” e affacciava su Piazza del Plebiscito e su Palazzo Reale ma era anche conosciuto come “Caffè delle sette porte” per via delle numerose aperture. In breve tempo diventò il punto d’incontro dell’aristocrazia cittadina grazie anche al lavoro di ottimi pasticceri e gelatai e baristi provenienti da tutta Europa.

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Divenuto “Fornitore della Real Casa”, dopo qualche anno il locale iniziò una breve decadenza, ci volle un cambio di gestione e una radicale trasformazione a cura dell’architetto Antonio Curri, per farlo diventare uno prezioso contenitore di opere d’arte. Era il 1890 e il Gran Caffè diviene una preziosa galleria d’arte e fu tra i primi a dotarsi di illuminazione elettrica. Cambiò anche il nome in “Gran Caffè Gambrinus”, prendendo spunto del leggendario re delle Fiandre inventore della birra. Il nuovo locale divenne immediatamente “il cuore della vita mondana, culturale e letteraria della città”.

Negli splendidi locali passarono re e regine, politici e giornalisti, letterati e artisti di chiara fama facendolo divenire un punto d’incontro e un caffè letterario. Le sale hanno ospitato personaggi illustri di tutti i paesi come Oscar Wilde, Ernest Hemingway, Jean Paul Sartre, Ernesto Murolo, Eduardo Scarpetta, Totò, i fratelli De Filippo, Salvatore Di Giacomo, Eduardo Scarfoglio, D’Annunzio (che vi scrisse ‘A vucchella’), Ferdinando Russo, Enrico De Nicola, Giovanni Porzio, Libero Bovio, i pittori Morelli, Altamura, Casciaro, Caprile, Dalbono e tanti altri fino ai Presidenti della Repubblica Italiana che quando vengono a villa Rosbery non rinunciano mai ad un buon caffè al Gambrinus.

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Nel 1938 fu chiuso dal prefetto Marziale perché considerato ritrovo antifascista e solo agli inizi degli anni ’70, l’attuale proprietario Michele Sergio, riuscì a recuperare i locali ed a riaprirli restituendo alla città un importante ed unico gioiello architettonico in stile liberty. I nostri lettori avevano ragione è davvero il bar più bello di Napoli!

Informazioni: Gran Caffè Gambrinus, Via Chiaia 1/2 – Angolo Piazza Triste e Trento – 80132 Napoli. Telefono: +39 081 41 75 82

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