Le Reali dimore Borboniche | Parte 2 | Guida Napoli da Vivere

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Due “speciali” sulle antiche dimore dei Borbone di Napoli, veri capolavori della nostra terra, palazzi che appena 200 anni fa ospitavano i regnanti di un regno che è stato grande. Ecco le altre dimore 

 

 

Le dimore borboniche della regione Campania sono un patrimonio culturale inestimabile. Abbiamo realizzato questa guida per invitarvi a visitare queste residenze appena potete, approfittate una domenica o durante le ferie estive, sarà un’esperienza unica.

Nella guida di oggi vi presentiamo brevemente al Reggia di Capodimonte, la Reggia di Portici, la Casina vanvitelliana e la Reggia di Castellammare. Si tratta della continuazione della precedente guida sulle Reali dimore Borboniche che potete trovare qui: Le Reali dimore Borboniche (Parte 1).

Reggia di Capodimonte

museo di capodimonte

Voluta nel 1738 da Carlo di Borbone in origine doveva essere solo un “casino di caccia” sulla collina di Capodimonte. Solo a seguito dell’eredità delle collezioni Farnese ricevuta dalla madre Elisabetta fu deciso di costruire un palazzo per ospitare le bellissime opere. La reggia fu completata successivamente dall’architetto Ferdinando Fuga che curò anche l’ampliamento del parco e l’impianto di una Real fabbrica di porcellane di Capodimonte. Nel decennio francese (1806-1815) la reggia divenne residenza di Giuseppe Bonaparte e poi di Gioacchino Murat. Con il ritorno nel 1815 di Ferdinando IV la reggia riprese la sua funzione di residenza borbonica e ebbe nuovo impulso con i lavori voluti da Ferdinando (come lo scalone monumentale che dal tondo di Capodimonte va verso la Reggia alla fine di via Santa Teresa degli Scalzi, la via nuova). Con l’Unità d’Italia la Reggia passò ai Savoia, che la utilizzarono come residenza reale e come museo ampliandone, dal 1864, le raccolte d’arte esistenti.

Maggiori informazioni su prezzi e orari: polomusealenapoli.beniculturali.it

Reggia di Portici

Si tratta di un altro Palazzo Reale costruito da Re Carlo. Tutto ebbe origine nel 1737 quando, durante una tempesta, la coppia reale in nave dovette fare approdo a Portici; il posto piacque molto sia alla Regina Maria Amalia che al Re che decise di costruirvi una residenza che divenne poi Reggia ufficiale. I lavori iniziarono nel 1738, furono affidati a vari architetti ma completati poi dal Vanvitelli dal Fuga. Il Re Carlo acquisì anche vaste aree verdi circostanti per realizzare un grande parco ed inglobò nella nuova costruzione anche le ville preesistenti del conte di Palena e del principe di Santobuono espandosi poi verso il mare acquistando vari boschi e terreni di proprietà di altri nobili. Pensato come dimora estiva del Corte, il Palazzo divenne col tempo residenza reale e sede del Museo Ercolanense, voluto da Re Carlo per raccogliere gli oggetti trovati ad Ercolano. I lavori terminarono nel 1742 ma la Reggia non fu sufficiente ad ospitare tutta la corte, e così molti nobili fecero costruire ville nei dintorni, creando una zona bellissima conosciuta nel mondo come “il miglio d’oro”. All’interno si accede al primo piano con un magnifico scalone lungo il quale sono state sistemate le statue trovate ad Ercolano. Bellissime le Sale delle Guardie e quella del Trono. Bello anche il parco, splendido giardino all’inglese degradante verso il mare con lunghi viali. Il 3 ottobre 1839 nel Regno delle Due Sicilie veniva inaugurata la prima strada ferrata d’Italia. Era lunga 7.411 metri e congiungeva Napoli alla Reggia reale di Portici,

Maggiori informazioni su prezzi e orari: reggiadiportici.unina.it

La Casina Reale del Fusaro (Casina Vanvitelliana)

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Il piccolo edificio è un’altra delizia architettonica costruita da Carlo e da Ferdinando di Borbone. In origine fu Re Carlo che nel 1752 acquistò il lago del Fusaro e facendo costruire, proprio in mezzo al lago, una piccola casa ottogonale. Poi Ferdinando IV nel 1782 diede l’incarico a Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi, di progettare e realizzare una residenza reale di caccia, la Casina Reale del Fusaro. Si costruirono pertanto “sei bassi terranei’ destinati alla scuderia reale, e una “osteria per gli ospiti che vi si recavano a diporto” e fu completamente restaurata l’antica foce di Torre Gaveta. Come nel caso di Carditello fu avviata e incrementata la coltura della pesca e delle ostriche creando un grande “ritorno” economico sul territorio. Negli anni il complesso fu ampliato con il pontile di legno, con la villa a riva e vari altre opere. La Casina ospitò anche grandi eventi e personaggi illustri quali l’Imperatore d’Austria Francesco II, lo Zar di Russia Nicola I, il Principe di Metternich, Rossini, Mozart e tanti altri. La villa fu decorata dal grande paesaggista Philipp Jacob Hackert con temi pertinenti alla caccia, alla pesca ed alla natura in genere e con quella che forse fu la sua migliore opera eseguita per la corte napoletana: il ciclo delle quattro stagioni. Fu infatti riportata ciascuna stagione assieme al panorama che si può ammirare dalle grandi finestre con dipinti a grandezza naturale che presentavano la linea d’orizzonte coincidente con quella naturale del lago senza alcuna soluzione di continuità. Un capolavoro.

Maggiori informazioni su prezzi e orari: incampania.com

Reggia di Quisisana a Castellammare

Il complesso del Quisisana ha origini molto antiche ma solo nel 1541, quando cioè Castellammare di Stabia diventò loro feudo, passò nelle proprietà dei Farnese. Rimase abbandonata per anni e nel 1734 andò in dote al regno assieme alle altre proprietà delle madre di Carlo III. Nel 1758, con Ferdinando IV, iniziarono i lavori di restauro del Casino di Quisisana: fu ampliato e furono riuniti tutti i corpi di fabbrica in un’unica grossa struttura. Poi nel 1790, con Ferdinando II, gli fu data una nuova struttura e fu creato un grande terrazzo. In questo periodo la reggia ebbe il massimo periodo di splendore raggiungendo i quasi 50.000 metri quadrati di struttura abitabile, su due livelli, con oltre cento stanze, due terrazze e una cappella. In quel periodo fu sistemato anche il bosco, abbellito con fontane, sedili in marmo, statue e belvedere, e con una chiesa, scuderie e alloggi per il personale. Nel periodo del Grand Tour il re vi organizzava spesso grandi feste a volte aperte anche alla cittadinanza. Dopo l’Unità d’Italia la reggia fu depredata degli arredi e comunque passò ai Savoia fino al 1877 quando fu ceduta al comune di Castellammare di Stabia. Poi divenne albergo, Collegio militare, Ospedale e istituto agrario. Finalmente a settembre del 2020 nella Reggia di Quisisana è stato creato il Museo Archeologico di Stabiae dando di nuovo lustro a questo eccezionale palazzo,

Maggiori informazioni su prezzi e orari: comune.castellammare-di-stabia.napoli.it

Foto 1: (CC) by Armando Mancini | Foto 2: (CC) by hansschnier  | Foto 3: (CC) by Barbapapà | Foto 4: (CC) by Brontolone Salvatore

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